17 marzo: la festa per i 150 anni la pagano i lavoratori.
Ovvero… quel pasticciaccio brutto di Viale
dell’Astronomia.
Il prossimo 17 marzo, anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia, sarà una giornata festiva a tutti gli effetti (si starà a casa e chi – per esigenze di servizio – dovrà lavorare, avrà riconosciute tutte le maggiorazioni e i recuperi previsti dal CCNL).
Peccato però che il Governo, su insistenza di Confindustria, con il decreto n. 5 del 22 Febbraio 2011, ha deciso di far pagare tale festività ai lavoratori, disponendo che gli effetti economici e gli istituti giuridici e contrattuali previsti per la festività soppressa del 4 Novembre, per quest’anno, saranno nulli.
Insomma è festa il 17 marzo, ma il 4 novembre sarà trattato e pagato come una giornata ordinaria!
Premesso che per noi, in questo momento di forti tensioni sociali e politiche, è ancor più fondamentale riscoprire un comune senso civico, nonché gli alti valori di democrazia e libertà che accompagnarono il nostro primo Risorgimento (non a caso la Resistenza al nazifascismo fu chiamata anche il “secondo Risorgimento”) e che quindi non è in discussione l’importanza di festeggiare tale importante anniversario, facciamo però sommessamente notare che:
1) il CCNL è un’obbligazione tra le parti e una libera cessione di sovranità, da questo punto di vista uguale in tutto e per tutto anche ad un atto tra privati che riconosce valore vincolante a diritti e doveri. E nel caso specifico riconosce ai lavoratori delle TLC un trattamento di miglior favore;
2) per noi è pacifico che chi non beneficerà del 17 marzo come giornata festiva (sia in termini di festività vera e propria che di maggiorazione economica compensativa) in quanto in permesso retribuito o non, in astensione per maternità ecc. non dovrà vedersi “decurtato” il 4 Novembre;
3) sarebbe opportuno, anche in considerazione degli accordi aziendali in essere, che le imprese associate ad Asstel facciano sul punto chiarezza, non penalizzando in alcun modo i lavoratori impattati.
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